L’animale domestico, un punto fermo nella sfera affettiva
Un numero crescente di persone, specialmente over 65, soffre di solitudine e necessita di avere con sé una o più creature in grado di amare incondizionatamente, senza rischio di tradimento o abbandono. I figli diventano grandi e se ne vanno, sempre più lontani o assenti, e l’animale riempie la casa di calore, fino a diventare il confidente prediletto, l’insostituibile compagno di vita.
In molti casi, il cane o il gatto riempiono vuoti affettivi altrimenti impossibili da colmare.
Questo modo di rapportarsi con gli animali, che per molti è stata una salvezza nel periodo pandemico, è il segno di un cambiamento all’interno della nostra società.
Basti pensare che, in Italia, sono 1.920.264 gli over 65 che convivono con un cane e 1.838.832 quelli che possiedono un gatto.*
Per quasi 4 milioni di anziani, l’animale domestico può rappresentare un punto fermo nella sfera degli affetti e impattare molto positivamente sulla salute.
Un animale con cui si insaturi un legame affettivo infonde sicurezza e senso di utilità, contribuisce alla stabilità emotiva e accresce la soddisfazione negli stati d’animo più profondi. Inoltre, l’interazione con gli animali può avere anche un ruolo di prevenzione per un invecchiamento sano e configurarsi come una terapia per il miglioramento della condizione di fragilità: grazie ad un cane, la persona anziana è stimolata a uscire di casa, a fare movimento, a socializzare.
Per chi non può occuparsi di un cane, andrà bene qualunque animale domestico: dedicare tempo ed energie a un micio, un coniglio, un riccio o un canarino, per citare alcuni piccoli amici, dà benessere a qualunque età.
Di pari passo a questo nuovo ruolo dei pet, che oggi a tutti gli effetti sono amici fedeli e membri della famiglia, è cresciuta la consapevolezza di questo legame affettivo. Sempre più persone si preoccupano di non abbandonare l’animale nella sua vecchiaia o nella sua malattia, anzi, si prodigano con amorevolezza per stargli vicino anche alla fine.
Così accade che, quando l’animale invecchia o soffre di patologie importanti, il suo compagno umano non esita a farlo curare con terapie veterinarie professionali e continuative, a volte anche molto onerose, purché non soffra e possa tornare a stare bene. Poi, quando arriva il momento del distacco, quest’ultima fase viene vissuta esattamente come un lutto umano e porta con sé un carico di sofferenza non dissimile. Si assiste a un vero rito del trapasso e a un’esigenza di accudimento post mortem rispettoso delle spoglie animali che sempre più frequentemente trova la sua risposta nella cremazione.
Tyche Pet promuove l’attenzione nei confronti degli animali. Con questa filosofia effettua la cremazione e il rito di saluto, una modalità che risponde all’esigenza di accompagnare l’animale fino alla fine.